Il volume nasce da un’esigenza condivisa dalla comunità scientifica: tornare a parlare di Federico Fellini, della sua vita e dei suoi film, da una nuova prospettiva, alla luce dei più recenti strumenti critici.
Divisa in cinque sezioni, la raccolta di saggi analizza i più importanti aspetti del lavoro del regista: dai suoi primi passi come sceneggiatore ai capolavori più noti; dai quaderni in cui appuntava idee, schizzi, frammenti di immagini, scene, sogni a un focus sui suoi collaboratori, come Giulietta Masina, moglie ma anche attrice in molti dei suoi film, e Nino Rota, indimenticabile per le sue colonne sonore.
Come con un’ideale cinepresa, dalla vita e dalle pellicole, poi il campo si allarga verso la cultura e il costume italiani; è un fatto, d’altronde, che le immagini di Fellini, e il regista stesso, siano diventati “patrimonio culturale” e in definitiva modelli identificativi del nostro paese: le lacrime di Gelsomina, gli occhiali da sole di Marcello Mastroianni, il bagno di Anita nella fontana di Trevi, sono ormai simboli dell’italianità; come gli archi del Colosseo e le gondole di Venezia. Il che può sembrare in linea con la generale tendenza globalizzante e spersonalizzante degli ultimi tempi. In realtà è l’esatto contrario: mentre l’attenzione generale, accademica e scientifica, si volge verso fenomeni socio-politici di larghissima scala, verso il fenomeno dei social media e delle piattaforme streaming, le immagini di Fellini hanno invece ancora il potere di riportarci tra i “singoli”, tra la gente, ne “La strada”, insieme a Zampanò e Gelsomina, tra i vicoli romani dei “Vitelloni”, nell’assolata Fregene di “Giulietta degli spiriti”, tra le atmosfere in bilico tra sogno, circo e piccola realtà di provincia italiana di “Amarcord”.
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